La scomparsa di Mike Buongiorno ha lasciato su di noi un velo di nostalgia. Il rimpianto verso un passato ormai lontano, come: il romantico Carosello , l’Almanacco del giorno o le note dell‘Intervallo Rai. Di sicuro gli anni ‘70 furono tempi di cambiamento anche all’interno del sistema-Italia, infatti la Televisione (lo strumento ipnotico per eccellenza) non era più moderata soltanto dalle Istituzioni, anche alcuni privati iniziarono a trasmettere i loro contenuti mediatici farciti di spot aggressivi. Incensare i defunti fa parte della nostra cultura, tuttavia non è mai il caso di idealizzare troppo. Indubbiamente Buongiorno era un professionista del settore e possiamo affermare che le tappe della sua carriera mediatica sono quasi sempre segnate dal suo grande senso di opportunità economica. Non voglio biasimarlo per questo, aver fiuto per gli affari non è un difetto, però mette in risalto le sue spiccate attitudini imprenditoriali (vedi televendite). Forse la scelta del funerale di Stato nel Duomo di Milano è esagerata, di sicuro efficacissima in termini di gradimento pubblico.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ma dico siamo matti??? a un presentatore tv l'onore dei funerali di Stato come a Falcone e Borsellino? L'italia in preda al rincoglionimento catodico ha del tutto smarrito il significato di servizio alla cosa pubblica
RispondiEliminaDa Falcone e Borsellino a Mike Bongiorno : la banalizzazione dei funerali di Stato
Sono pienamente d'accordo sul fatto dell'esagerazione nell' onorare Bongiorno con funerali di Stato. Non riesco a comprendere quali benefici e/o arricchimenti culturali ed economici abbia potuto ricavare il nostro paese da un personaggio che ha fatto bene il suo mestiere di imprenditore di se stesso.
RispondiEliminaForse era mglio farli a Teresa Strada.
RispondiEliminamariano