martedì 30 giugno 2009

Referendum: funerale o rinnovamento?


La popolazione non è abbastanza acculturata per esprimersi su certi quesiti. Decidere sulla legge elettorale è un tema da approfondire solo nei nei salotti dabbene? Siamo dunque al funerale dello “strumento referendario”? Avrei una mia idea per far sopravvivere il referendum abrogativo: circoscrivere il numero degli aventi diritto con un test di idoneità; pochi, buoni, e volenterosi.

lunedì 29 giugno 2009

Anoressia: le responsabilità dei media.


La ragione per la quale circa 200mila giovani italiane si ammalano di anoressia è strettamente legata alla crisi culturale nella quale è affondata la nostra società, propinandoci modelli di bellezza assoluta. Basta accendere la televisione o guardare alcuni settimanali per trovarci davanti l’immagine della donna magra e seducente. Su moltissimi periodici si possono reperire le diete “fai da te” più stravaganti e prive fondamento medico; meglio se sottoscritte da una stella nascente della TV. Sono molto amareggiato quando leggo che l’anoressia è la prima causa morte tra le ragazze dai 12 ai 25 anni; mi domando quando decideremo tutti di responsabilizzarci sugli effetti devastanti che la cattiva informazione può produrre.

Pubblicato anche su Corriere.it  http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-03-15/04.spm


domenica 28 giugno 2009

La morte di Micheal Jackson: nessun mistero, solo speculazione.


Quando muore un personaggio dello spettacolo di grande caratura artistica, si ha la tendenza a voler creare misteri come per trovare un capro espiatorio e per ricamarci ancora. Tra qualche mese mi aspetto uno film inchiesta sulla Fox , tutto pur di ricavare ancora qualcosa dal caro estinto. 
Io non vedo nessun enigma sulla morte del cantante. Jackson si è autodistrutto con continue operazioni chirurgiche, l'abuso di farmaci contro il dolore ha fatto la loro parte ma erano indispensabili per resistere al dolore. Nessuno ha ucciso Jacko, si tratta di autodistruzione, ed è altra cosa.

Obama e il sistema USA.

Barack Obama inizia la sua avventura alla Casa Bianca, un ragazzo "afroamericano" è il nuovo presidente dgli USA. Immenso è l'impatto internazionale dell'evento, specie se riprodotto con grande maestrìa mediatica. Detto ciò mi auguro che Obama abbia davvero il coraggio di cambiare il mondo, la mia paura è che finirà per uniformarsi al sistema, ma qui si tratta di sopravvivenza. Obama d'altro canto è indispensabile per dare un'immaggine più simpatica degli USA nel panorama internazionale, data la perdita di fiducia mondiale nei confronti del loro sistema. Ma stiamo ben attenti a non enfatizzare! Barack Obama non è uscito dal nulla, non si tratta di un afroamericano che ha iniziato lustrando scarpe. Furono Stanley Dunham e Madelyn Payne Rolla McCurry, nonni materni a crescere il piccolo Obama. Nella famiglia Payne Rolla rinomati petrolieri del Kansas, imparentati con le più grandi stirpi nobiliari made in USA. Barack Hussein Obama nasce a Honolulu il 4 agosto 1961 da Hussein Obama Sr e Ann Dunham, poco dopo nel 1963 i genitori si separarono e successivamente divorziarono; il padre andò all'università Harvard per conseguire un dottorato e infine tornò in Kenya, dove morì in un incidente stradale nel 1982. Rivide il figlio solo in un'occasione. Da ciò si deduce che l'influenza del padre keniota su Obama è stata pressoché nulla. Nessuno lo proclami Messia o lo accosti a Martin Luther King, e ora vogliamo vedere i fatti; l'incanto per quanto mi riguarda è già finito.

Pubblicato anche su Corriere.it: http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-01-25/09.spm

Pubblicato anche su La Stampa del 27/5/2009: http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/stampa.asp?ID_blog=250&ID_articolo=114

Obama and the U.S. system. 

Barack Obama began his adventure in the White House, a boy, "African American" is the new president of Foreign USA. Immense is the international impact of the event, especially if played with great skill the media. That said, I hope that Obama does indeed have the courage to change the world, my fear is that will eventually conform to the system, but this is about survival. Obama on the other hand, it is essential to give nicer un'immaggine U.S. in the international arena, given the loss of global confidence towards their system. But we are very careful not to emphasize! Barack Obama has not left anything, this is not an African American who began shining shoes. Were Stanley Dunham and Madelyn Payne Rolla McCurry, maternal grandparents to grow the small Obama. In the family celebrated oilmen Rolla Payne of Kansas, relatives of the biggest races noble Made in USA. Barack Hussein Obama was born in Honolulu August 4, 1961 by Hussein Obama Sr. and Ann Dunham, in 1963 shortly after his parents separated and later divorced and the father went to Harvard University for a doctorate and eventually returned to Kenya, where he died in a car accident in 1982. He saw his son only once. From this it follows that the influence on Obama's Kenyan father was close to zero. No one proclaimed Messiah or berths to Martin Luther King, and now we want to see the facts, the magic for me is already over.

sabato 27 giugno 2009

Berlusconi: lo specchio dell'italiano medio.


Se il Cavaliere è lo specchio dell’italiano medio, come afferma il giornalista Severgnini in un suo recente articolo sul Times “An Italian Mirror”, ecco l’esempio che trasmettiamo ai posteri: la giustizia è sindacabile, ed è possibile sfuggirgli attraverso l’uso di leggi fotografia. Dunque l'ideale dell'italiano medio sarebbe quello di costruirsi una villa-harem preferibilmente in Sardegna, dove ospitare e sollazzare i nostri amici più influenti. Le più docili componenti dell’harem potranno far carriera prima nelle nostre reti televisive, per poi essere lanciate in politica.

Ci troviamo davanti ad un degrado ideologico e culturale che stà assorbendo una buona percentuale della popolazione; quella porzione di italiani convinta che le foto pubblicate su “El Pais” siano un fotomontaggio, o una manovra occulta della sinistra.

Quando ci renderemo conto della gravità della situazione probabilmente sarà troppo tardi: la decadenza dei costumi avrà preso il sopravvento sul nostro intelletto.

Per chi volesse approfondire ecco il link dell'articolo "An Italian mirror" http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1894813,00.html

http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-04-30/01.spm

http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-04-30/02.spm


venerdì 26 giugno 2009

Michael Jackson è morto: nessun dolore.


Quando una persona muore abbiamo la tendenza a santificarla, e a cancellare tutte le sue malefatte. Se artisticamente non possiamo che toglierci il cappello davanti a lui, umanamente non provo dolore per una persona che ha rinnegato il colore della sua pelle, la fisionomia, finendo per rinnegare anche la sua stessa anima. Dunque abbiamo già dimenticato i processi per pedofilia, da quali si salvato grazie al Dio-denaro.

Mi permetto di citare un passo del vangelo apocrifo secondo Tommaso: "Chiunque bestemmia contro il Padre sarà perdonato, e chiunque bestemmia contro il figlio sarà perdonato, ma chiunque bestemmia contro lo spirito santo non sarà perdonato, né sulla terra né in cielo." (Nel vangelo di Tommaso: i bambini rappresentano lo spirito santo)

Da messinese, voglio il ponte sullo Stretto.


Non so da quanti decenni se ne parla, io ricordo quando affrontò il problema Craxi, e si lasciò affascinare da un tunnel sottomarino tipo quello della Manica; negli anni a seguire ne parlarono un pò tutti i politici schierandosi pro o contro. 

 Mi colpi in particolar modo la posizione di Sgarbi: il ponte a Messina non lo faranno mai, perché non c'è volontà politica ne a Destra né a Sinistra e si tratta di un'opera inutile. Mi trovo d'accordo specie se ci troviamo a parlare di uno stato decadente nelle infrastrutture; in una Italia moderna e funzionale il ponte nello stretto sarebbe stata veramente un'opera eccezionale.

 Da messinese non posso che essere favorevole alla sua costruzione, ma la mia è una posizione di parte. Vorrei però che il Governo Italiano sia chiaro e risoluto in merito, quantomeno per rispetto di una città che soffre davvero e per la quale il ponte rappresenta una speranza di vita migliore.

Il presente articolo è stato pubblicato anche su Corriere.it nella rubrica gestita da Beppe Severgnini  http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-03-29/09.spm 

Pubblicato inoltre su "Il Giornale" del 08-06-2009 con risposta del Direttore Mario Giordano http://www.itaca.org/documenti/rassegna_stampa/a%20messina%20lo%20vogliono.pdf